MEDIO ORIENTE, Travel

Il deserto del WADI RUM

Di tutte le tappe del mio viaggio in Giordania , il deserto del WADI RUM è la più attesa. Ho già visitato in passato altri deserti e posso dire che è il paesaggio che più mi attira, la situazione che più di tutte mi fa sentire “esploratore”, che fa venire fuori l’aspetto più “wild” che è in me, quello vero, autentico …
Ognuno ha sicuramente una motivazione personale per visitare il deserto, un posto dove apparentemente non c’è nulla, dove potresti dire di vedere per chilometri e chilometri lo stesso paesaggio e dove per incontrare qualcuno che magari neanche ti si fila, devi camminare ore ed ore. Certo è, che da sempre il deserto scioglie le persone, e non parlo del caldo, ma delle emozioni che suscita nei visitatori; è impossibile non essere rapito in un contesto come il deserto, persino i più duri riscoprono la loro vena romantica e cominciano magari a sognare di lasciare tutto e vivere in una tenda beduina …
Per me la scelta di visitare ancora una volta il deserto, ha una scopo preciso: vedere i suoi colori. Amo il colore della sabbia, e le sfumature che su di lei provoca il sole. L’ambra, l’arancio, il rosso e il rosa del tramonto … quei colori caldi esercitano su di me un potere calmante, mi rilassano e  mi fanno sentire a casa!

Il deserto del Wadi Rum

img_0698

E’ il 25 Agosto, sono con i miei compagni di viaggio e da Petra ci dirigiamo verso sud, sulla strada del deserto nella regione del Wadi Rum. Effettueremo un giro ad anello con fuoristrada e dormiremo nel Whispers bedouin camp.
Staremo qui solo due giorni ma saranno intensi e a stretto contatto con i beduini, questa è la nostra prerogativa e il nostro desiderio più grande come gruppo. Non fa molto caldo, non fa tutto il caldo che mi aspettavo, ci sono 40° ma si sopportano tranquillamente. Il deserto del Wadi Rum è sempre molto caldo, ma i mesi tra febbraio e maggio e tra ottobre e dicembre sono consigliati e perfetti per viversi un’avventura nel deserto; di notte però soprattutto nei mesi invernali le temperature scendono molto.

Partiamo dal Visitor Center, dove oltre a pagare la tassa d’ingresso di circa 5 dinari Giordani, è possibile affittare i fuoristrada concordando un prezzo ragionevole: un giro di 4-5 ore con circa 40 dinari Giordani. Montiamo a bordo di due fuoristrada e la prima tappa che si incontra è la Lawrence Spring, e cioè il deserto di Lawrence d’Arabia, colui che guidò la guerra contro l’impero ottomano. Zona del deserto che fu anche protagonista del suo libro “I Setti Pilastri della saggezza”, una mole rocciosa ricca di sorgenti d’acqua che permise la sopravvivenza ai nomadi del tempo.

Il deserto del Wadi Rum, i sette pilastri della saggezza

 

La valle della luna 

Mentre proseguiamo a bordo dei nostri fuori strada, mi viene da pensare che è impossibile non essere catturati dallo skyline del wadi Rum, dalle sue rocce che arrivano fino a 1700 metri di altezza, con forme e disegni mai visti prima, provocati nel corso del tempo, dal vento e gli agenti atmosferici. Questi due elementi infatti, sono gli scultori di tutto questo scenario meraviglioso.

Ora che sono qui e guardo con i miei occhi tutto ciò capisco il perché molte persone nel corso nei secoli, sono state spinte ad effettuare escursioni in questo posto, a studiarne le caratteristiche e a volte a trasferirsi per lunghi periodi, il perchè questo luogo silenzioso ha ispirato molti scrittori, poeti e registi del cinema internazionale. La Valle della luna, Così viene anche chiamato il deserto del Wadi Rum, è patrimonio dell’umanità non solo per la sua unicità dal punto naturalistico, ma anche per la presenza di importanti testimonianze del popolo dei Nabatei, che oltre ad essere ingegnosi scultori della roccia – Petra ne è la testimonianza più alta – furono un popolo che diede a questa terra il carattere di accoglienza che tutt’oggi risulta essere la caratteristica principale della Giordania.

Questo deserto che già era abitato dall’uomo 120.000 anni fa, è ricco di incisioni rupestri risalenti a ben 4000 anni fa, in particolare nel Canyon Zhaz’ali che abbiamo percorso si notano molte incisioni di volti, di animali e di scene di carovane in viaggio.

La sua particolarità sta anche nell’essere abitato da una fauna e flora molto rare ed endemiche, è sorprendente infatti sapere che stambecchi, lupi grigi, volpi di Blanford e volpe rossa abitano questo il deserto del Wadi Rum e anche vedere come quantità di anemoni rossi che poi è il fiore tipico e nazionale della Giordania, crescano lungo le strade.

Il deserto del Wadi Rum

Il-deserto-del-wadi-rum

 

Il deserto del Wadi Rum

Il-deserto-del -wadi-rum

Il-deserto-del-wadi-rum

Il deserto del Wadi Rum, Shake your free life

Da secoli il deserto del Wadi Rum è la terra dei beduini, una popolazione nomade della campagna aperta, delle steppe e dei deserti, in contrapposizione ai sedentari delle città o delle zone coltivate. Nella radice stessa del termine “beduino” c’è il significato di colui che vive nelle tende, infatti la loro caratteristica e di essere per natura nomadi, e di abitare i deserti e le steppe; in epoca pre-islamica erano i poveri che, scacciati dai ricchi proprietari agricoli delle oasi, furono costretti ad organizzarsi per vivere nel deserto. Dove trovavano un po’ d’acqua, si fermavano e allestivano i loro accampamenti e con il tempo impararono ad allevare il bestiame. Le loro carovane divennero poi motivo e mezzi per sviluppare un’attività commerciale con i popoli vicini. Il loro stile di vita lontano dalle dalle agiatezze, li rende ancora oggi, un popolo modello unico di fierezza, forza e spirito di adattamento.
Sono proprio loro ad accoglierti nel deserto e ad ospitarti, creando degli accampamenti con delle tende pulite e sicure, modesti servizi igienici, e uno spazio all’aperto dove poter vivere il deserto sotto le stelle. Attualmente sono quasi 6000 i beduini che vivono in questa zona, in modo più stanziale e partecipando attivamente alle attività turistiche senza mai però dimenticare o snaturare il loro dna di uomini del deserto. L’accoglienza che abbiamo ricevuto nel campo è stata molto semplice ma sincera, espressa da una mano tesa con un bicchiere di tè caldo come segno di benvenuto, dalla ricca cena preparata con attenzione, “celebrata” e condivisa insieme, dalla notte trascorsa sotto le stelle a cantare e raccontare le nostre emozioni ed esperienze …

Il deserto del Wadi Rum, shake your free life

 

Nessun straniero può raggiungere un villaggio beduino, condividerne le caratteristiche e l’indomani ripartire senza sentirne il dispiacere di lasciarlo e avendo già una sorta di malinconia! I beduini che abitano il deserto del Wadi Rum non sono persone materialmente ricche, ma lo sono certamente nel rapporto con gli altri, sono l’anima e per me la vera immagine del deserto e la loro tradizione li “obbliga” a prendersi cura degli ospiti con tutto ciò che hanno a disposizione. Ho avuto la fortuna ancora una volta di entrare in contatto con altri uomini come me, che vivono semplicemente in un’altra parte del mondo, magari con una casa diversa dalla mia, con abiti diverso dai miei … che hanno comunque un nome e una storia da raccontare e degna di essere ascoltata.

Manolo

Il deserto del Wadi Rum

img_0688

img_0689

img_0691

img_0693

(Il deserto del Wadi Rum e il suo tramonto )

img_0694

img_0695

img_0696

img_0697

img_0700

img_0701

img_0704

 

Grazie a Viaggi Avventure nel Mondo che mi ha permesso di coordinare questo viaggio.